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Stazione meteo Davis 6162 wireless Vantage Pro2 plus
Situata in località Dardago, comune di Budoia (PN) altitudine s.l.m. 170 mt.
Latitudine:N  46° 3' 9'' - Longitudine: E 12° 32' 23''

IL GRANDE GELO DEL 1985

piazza di Budoia
        La piazza di Budoia  la mattina del 15 gernnaio 1985 durante la nevicata che mise fine al gran gelo ma depose sul terreno 70 cm di neve fresca.


L’inverno 1984/85 in Europa, ancora oggi viene ricordato come uno dei periodi più freddi del secolo scorso, soprattutto per l’intensità delle temperature registrate e la vastità delle aree coinvolte.
Numerosi di noi ricordano ancora i danni causati dalla crudezza del freddo e i disagi provocati dalle copiose nevicate che ne seguirono, i danni causati alle strutture per gli sfondamenti di tetti causa il peso della neve e le rotture degli impianti idraulici e quelli del riscaldamento dal gelo,  ma andiamo per ordine. Non tutto l’inverno infatti fu caratterizzato da freddo pungente. Gli inizi della stagione invernale, furono perlopiù condizionati da temperature miti un pò su tutta l’Europa centro occidentale, come dimostra la cartina sotto riportata che rappresenta l’andamento climatico di gran parte del mese di dicembre 1984.

media andamento dicembre 1984
 
La cartina rappresenta l’andamento medio delle temperature registrate a 1.500 mt. Esse sono rappresentative delle prime due decadi
di dicembre 1984.  Il freddo è ancora relegato alle alte latitudini, mentre nel sud Europa comanda l’alta pressione delle Azzorre.


 In poche parole, la tendenza di allora, rispecchia per certi versi quella anomala che stiamo vivendo in questo dicembre 2014. l’Italia si trova in una terra di nessuno cionvolta dall’alta pressione, le nebbie imperversavano soprattutto nella val Padana e la media delle temperature naturalmente ricalcano quelle tipiche dell’autunno. Ma in prossimità delle feste natalizie qualcosa cambia. Un improvviso riscaldamento della stratosfera (stratwarming), provocò un rapido riscaldamento dell' aria sovrastante laGroenlandia. Inoltre il lago di aria fredda che nel frattempo si era creato nella Siberia, quello che dagli appassionati della meteo viene comunemente chiamato “Orso siberiano”, per l’occasione si era spinto sino nell’area Scandinava e Lappone, viene gradualmente risucchiato verso il mediterraneo per l’azione congiunta dell’alta pressione delle Azzorre, che spingendosi lungo i meridiani fino a spingersi sulla Norvegia, convoglia il freddo annidato in quelle zone facendolo scorrere con moti orari sul suo bordo orientale verso il mediterraneo. L’altra azione degna di nota che ha provocato le copiose nevicate, fu quella creata dal passaggio di aria relativamente calda proveniente dall’Atlantico che scorreva nel basso Mediterraneo. Dal contrasto delle due masse d’aria, si creavano inizialmente delle fasi d’instabilità nel centro-sud Italia accompagnate da eventi nevosi anche a basse quoteche coinvolgono in primis le zone adriatiche, e solo successivamente coinvolsero anche il settentrione.
Il tutto sta per partire, sarà mia intenzione descriere quanto accaduto facendo una cronaca degli eventi a partire dai primi giorni dell’anno, ovvero da quando si è fatta viva la parte più interessante e movimentata dell’ondata di freddo che ci ha coinvolto. Tramite un filmato datato 31.12.1984, capiremo come iniziarono le cose dalla descrizione dell'irruzione di aria fredda dal Generale Andrea Baroni, famoso metereologo dell’epoca, da poco scomparso, che conduceva l’unica trasmissione dedicata alla meteo su RAI 1 (che tempo fà). La trasmissione ha avuto il suo primo conduttore in colui che infuse la passione per la meteorologia a molti italiani, il mitico Colonnello Edmondo Bernacca. La condusse sino sino al 1979.

Che tempo fà del 31.12.84


 Ma passiamo alla cronaca, precisamente andiamo a commentare quanto accaduto a livello barico e climatico dai primi giorni di gennaio. Per i meteoappassionati si tratterà sicuramente di una storia
avvincente ed appassionante, visto e considerato che l’evento stesso ha un livello di ritorno molto lungo e quindi si apprezza più intensamente.


inizio gelo
Ecco che sull'Italia inizia ad entrare il nucleo di aria fredda polare. Sul nord Italia a 850 hpa sta entrando un nocciolo freddo di -15°C ad 850 Hpa
e di 0°C sulle due isole, sintomo di forte raffreddamento su tutto il bacino del mediterraneo. Sarà l'inizio di un lungo periodo di ghiaccio.


2 gennaio;
giorno di ghiaccio per Bolzano e Torino che registrano temperature massime rispettivamente di -1,8°C e -1;0°C. Intanto fronti freddi collegati ad aria artica cominciano a scendere dalla Scandinavia, portando condizioni di tempo perturbato sull’Italia. Neve con accumulo
di 2 cm a Grosseto, su quasi tutte le zone interne peninsulari e lungo tutta la costa adriatica.
3 gennaio; a Torino la minima crolla a -10,5°C. in nottata nevica sull’isola d’Elba e sil suo capoluogo Portoferraio.
4 gennaio; temperature basse su tutta l’Europa e l’Italia, ma non da primato. Tuttavia insistono le nevicate sulla Toscana nord-occidentale, sulla costa Apuana e la Versilia, sulla Sardegna (ad Alghero non accadeva dal 1.971) e anche sui rilievi dell’isola di Ischia. Imbiancate anche la Corsica e le isole Baleari. In Friuli si raggiungono i -25°C nella zona di Tarvisio.


isobare a 850 Hpa
Arriva un isobara da -10°C ad 850 Hpa sul nord Italia e di 0°C sulle due isole, sintomo di forte raffreddamento su tutto il mediterraneo


5 gennaio;
nevicate su tutta la Toscana centro-setterntrionale compreso Firenze e Pisa, così come sul ponente ligure. A Trieste la bora raggiunge i 100 km/h. A Città di Castello la neve raggiunge il metro d’altezza. In Veneto e Sardegna si scatenano bufere di neve. Si segnala qualche fiocco anche a Ragusa. Il gelo inizia a far danni e saltano parecchie condutture di acqua e gas nelle abitazioni.

6 gennaio; intense nevicate lungo il litorale tirrenico-laziale, compresa Roma, nelle Marche, ed il tante altre regioni del centro- sud. In piazza S. Pietro il Papa Giovanni Paolo II celebra l’Angelus sotto la neve.

Neve anche lungo le coste mediterranee della Spagna e della Francia e persino in Marocco, Algeria e Tunisia, sui cui altipiani vi fu un accumulo di quasi un metro. Particolarmente colpite furono le città di Marsiglia e Barcellona. Sul capoluogo catalano la neve rimase al suolo per più di una settimana, cosa che non si verificava dall’800.

che tempo fà

7 gennaio; crolla la temperatura anche a Trieste e Genova. In questi due luoghi si registrano temperature minime rispettivamente di -8°C e di -6,8°C. l’effetto mitigatrice del mare risulta anientato in quanto gela la laguna di Venezia e di Marano Lagunare. A Fusine laghi si registra il record assoluto del freddo registrato di quel periodo, con una temperatura di -33°C, Livigno con -31°C, Parma arriva a -21°C.

Laguna di Venezia ghiacciata  Canali di Venezia ghiacciati

  Veduta del canal grande a Piazza S. Marco completamente ghiacciato.   Sembra la veduta di una città sul mare del nord; si tratta di Venezia.

8 gennaio; continuano le nevicate su Toscana, Lazio, Umbria, Campania e Pianura orientale. La precipitazione nella pedemontana pordenonese iniziò nel primo pomeriggio e proseguì sino a notte inoltrata. Nevicava con temperature attorno ai-2°C,-3°C e l’accumulo si attestò sui 10 cm circa. Temperature rigide in Alto Adige con -30°C a Dobbiaco, -23°C a Cortina D’Ampezzo, -27°C a S. Stefano di Cadore e -31°C a passo Pordoi. Cominciarono a gelare anche i fiumi come il Po, l’Arno ed alcuni fiumi marchigiani. Foggia raggiunge il record assoluto del freddo mai registrato, -10,4°C.

fontana Vicenza                  articolo 1985

                  Una fontana ghiacciata a Vicenza città                                       La cronaca di allora descriveva con titoloni l'ondata di freddo

9 gennaio; 40 cm di neve a Firenze, 60 cm nella val di Cecina, cadono 30 cm a Bologna in poche ore. Ancora neve su Roma e Napoli (10 cm), su Capri e su tutte le città della costa campana. Neve storica a Cagliari dove si era registrato una minima di -2°C. L’isola viene investita da tormente di neve in stile “blizzard” e nelle zone interne a quote collinari si superano i 50-60 cm di apporto nevoso.

Nel corso della giornata la perturbazione termina i suoi effetti, ma la neve caduta al suolo produce un effetto albedo considerevole e responsabile, nelle notti successive dei record storici in negativo verificatisi in svariate aree italiane.

10 gennaio; a Piacenza si misura il record negativo di -22°C, l’Arno è ghiacciato completamente, -16°C a Firenze(primato che verrà presto battuto), -15°C a Pontedera. Ma ad Udine si scende a -16°C a Verona a -18°C a Venezia a -12°C, Milano -13°C e Torino -14°C. In pratica le temperature in negativo a doppia cifra si sprecano. Tutto questo si verificava in maniera anomala dalle nostre parti, mentre in Islanda e Scandinavia per effetto dell’ allungamento dell’anticiclone delle Azzorre a livelli non consueti per lui, vivevano una primavera anticipata. Il tutto si è capovolto in modo che le temperature a loro consoni si stavano verificando in Italia. Ma le cose non finirono qui. Si stava preparando un ulteriore affondo freddo artico simile a quelli già vissuti nei giorni precedenti ma con l’unica eccezione che ormai tutta Italia era ridotta ad una ghiacciaia e che il nuovo freddo non poteva che peggiorare una situazione già precaria.

isobare ad 850 Hpa

Arriva un ulteriore impulso freddo ad alimentare l'aria fredda gia presente da giorni al suolo.

11 gennaio; la minima dell’aereoporto di Firenze precipita a -22,2°C, l’Arno gela completamente. In pianura Padana la stazione di Brescia Ghedi scende a -19,4°C stabilendo così il nuovo record assoluto di freddo, mentre la stazione metereologica di Verona Villafranca raggiunge una temperatura minima di -18,4°C eguagliando lo storico record del 15 febbraio 1956: Gelo storico anche in Emilia Romagna con minima assoluta di -19,4°C a Ferrara. Più a sud, freddo intenso anche a L’Aquila con -23,4°C, a Rieti con -20,0°C e Frosinone con -19,0°C.

12 gennaio; complice il cielo sereno e l’effetto albedo, a Firenze Peretola si raggiungono i -23,2°C. In Romagna viene misurata una minima assoluta di storica di -19,0°C a Forlì di -17,2°C a Rimini e -16,5°C a Cervia, nel frattempo si avvicina una intensa perturbazione.

13 gennaio; arriva la perturbazione mentre la Sardegna era già uscita dalla morsa del gelo grazie all’arrivo delle correnti di scirocco. A Bologna la minima era di -14°C ed a Milano di -12°C, intanto ricomincia a nevicare in Toscana, a Firenze 8 cm. A Pisa 5. Tuttavia la precipitazione comincia a perdere d’intensità e spostandosi verso il centro-sud inizia a cadere sotto forma di pioggia. Nel frattempo le nevicate si spostano dalla Liguria a tutta la pianura Padana sino ad allora poco interessata dagli eventi nevosi.

isobare ad 850 Hpa
Iniziano le danze per il nord Italia. Una bassa pressione formatasi sulla Spagna coinvolge l'Italia con il suo moto da ovest ad
 est spingendo aria calda ed umida a scorrere sopra il cuscino di aria fredda presente da molti giorni sulla pianura Padana

14-17 gennaio; un ciclone centrato sul mare di Corsica spinge aria calda africana sopra il poderoso cuscinetto di aria fredda preesistente al suolo, si scatenò un’autentica bufera di neve. In Friuli la precipitazione ebbe inizio nelle ore serali della domenica 14 quando fiocchi secchi attecchiscono al suolo sin da subito. Si percepisce che la cosa diventerà seria, in quanto dopo già due ore di precipitazione ci sono oltre 10 m di neve farinosa a terra. Le strade durante la notte diventano impraticabili e la circolazione va in tilt in quanto alla riapertura delle fabbriche i pendolari si trovano di fronte ad un apocalisse bianca. Lunedì 15 si sono depositati circa 40 cm di neve ma la precipitazione insiste con intensità paurosa.

piazza Budoia Aviano

   La piazza di Budoia nella mattina di luned' 15 gennaio. Aveva nevicato tutta                                                               La piazza di Aviano
   la notte ed al risveglio...un candore avvolge il paese. durante il giorno stesso
   e parte del sucessivo ne cadrà altrettanta.

La temperatura misurata con rudimentali termometri da muro indicava -2°C, l’ideale per una nevicata. Nevicò per tutto li giorno sino alle prime ore della sera, poi pausa. Sul territorio del paese di Budoia si contano 60 cm di neve fresca. Le cronache locali del tempo, segnalavano dai 30 ai 40 cm di neve caduta sulla pianura friulana. Le zona maggiormente beneficiavano dello stau orografico per le intense correnti fredde al suolo da est, che hanno contrastato con quelle provenienti in quota da scirocco, le ultime scorrevano sopra delle prime e la risultante fu esplosiva. Bisognava tener conto anche del fatto che tutto il mediterraneo si era raffreddato, nord africa compreso e quindi le correnti benché provenissero dai quadranti meridionali avevano mantenuto per gran parte dell’evento una componente fredda. Contemporaneamente nelle altre zone del nord Italia la situazione non è molto diversa. Cadono 20 cm a Genova, 30 cm a Verona e Venezia, 40 ad Udine Treviso e Padova, 55 a Vicenza, 60 cm a Belluno e e Varese e 65 a Como. A Milano 70 cm e addirittura 130 a Trento. Al risveglio di martedì 16 le cosa non cambiano, la precipitazione aveva ripreso con la stessa intensità del giorno precedente. I problemi logistici erano gravi. Non si riusciva a mantenere pulite le strade e i vicoli dalla neve causa l’intensità della precipitazione. Però una cosa si diversificava dai giorni precedenti. La consistenza della neve era diversa, non era più composta da fiocchi leggeri e morbidi. Iniziava ad appesantirsi, era sciroccosa. Cadeva a falde larghe sinché nel primo pomeriggio si trasformò in pioggia che durò per altre 24 ore. Alla fine l’accumulo totale dei 3 giorni si attestò sui 70 cm. Nel resto della pianura padana soprattutto in quella centro occidentale, il manto nevoso continuava ad accumulare. A Milano caddero 100 cm, 110 a Como e 150 a Trento.

Aviano    Milano

                  Ancora una strada innevata ad Aviano                                           La neva pesante caduta dai tetti ha creato non pochi danni.


La pesantezza della neve sciroccosa, determinò alcuni crolli di strutture e tetti in tutto il nord-Italia, soprattutto nel triveneto, dove maggiore si era fatto sentire il peso dello scirocco. Sulle regioni centro meridionali sono invece le abbondanti piogge, anche a carattere temporalesco, a caratterizzare la scena metereologica. Viene monitorato continuamente da esperti il territorio per il rischio alluvioni, amplificato dallo scioglimento delle nevi precedentemente cadute. Ma ecco il filmato relativo al riassunto del periodo gelido di allora, tratto da un Tg2 che descriveva la gravità ed eccezionalità della situazione con apporti visivi, diretti.

                riassunto gelo Tg    


   gennaio 1985   giornali

31.12.2014 - Renato Poletto: copyright  copyright